Paola Sini vince il premio “Mariangela Melato” come miglior attrice per il film “La terra delle donne”

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La terra delle donne: Paola Sini e Syama Rayner
La terra delle donne: Paola Sini e Syama Rayner

Paola Sini, l’attrice protagonista del film “La terra delle donne”, è stata premiata con il prestigioso “Premio Mariangela Melato” come miglior interpretazione femminile. Il film, diretto da Marisa Vallone e interpretato anche da Valentina Lodovini, Syama Rayner, Alessandro Haber, Hal Yamanouchi, Han Bijvoet e Fredie Fox, è stato presentato in anteprima alla 14^ edizione del Bif&st – Bari International Film Festival nella sezione ItaliaFilmFest/Nuovo Cinema Italiano.
In merito al premio, Paola Sini ha dichiarato: “Il personaggio di Fidela ha dato molto più a me di quanto io abbia dato a lei. Sono felice e commossa di questo prestigioso riconoscimento”.

Il film è un’ode alla femminilità vissuta in tutte le sue sfumature, un forte richiamo al diritto di ogni individuo di seguire la propria natura e una rivendicazione di libertà. Con un cast composto interamente da donne, il film cerca di trovare una via di fuga dalla gabbia delle convenzioni in una società in cui il destino delle donne sembra essere segnato fin dalla nascita.

“LA TERRA DELLE DONNE” è prodotto da Fidela Film, Armeni G.E.S. Production, New Time e in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con Luglio. La distribuzione del film nelle sale è affidata ad Adler Entertainment.

La terra delle donne – Trailer

SINOSSI:
In una Sardegna rurale a cavallo della Seconda Guerra Mondiale, Fidela è, suo malgrado, la strega del villaggio: cura i malefici e fa nascere i figli di tutti, ma mai i suoi, perché è bene che nessun uomo la tocchi. In una famiglia bramosa di un figlio maschio, lei che è settima di una prole di sole donne, impara ad accettare quel ruolo sociale come unica fonte di rispetto, castrando nella sua solitaria intimità i suoi istinti più sinceri e la sua fragilità. Ma quando il destino farà in modo che proprio a lei venga affidata Bastiana, un’altra settima figlia illegittima nata dalla relazione clandestina tra il soldato americano Thomas e una donna sarda, Fidela non solo scoprirà la potenza di sentirsi madre, ma inizierà a vacillare e a mettere in discussione tutte le certezze che fino a quel momento le erano sembrate una condizione senza scampo. E sarà l’incontro con James e Mamoto, l’empatia che si crea con Thomas e la vita stessa, accidentale per lei come per chiunque, a costringerla a una definitiva e necessaria rivoluzione interiore di cui Bastiana si farà poi consapevole portatrice. Così due vite scelte dagli altri e modellate dalla tradizione, si trasformano invece nella straordinaria occasione di essere semplicemente vissute, in una piena e libera scelta identitaria. In un luogo senza tempo, dove i 1000 occhi appuntiti della gente sembrano contare più del semplice valore di essere, avverrà una tale e potente rivoluzione, da mettere a nudo ogni vizio dell’animo umano per poi riconoscere la forza ancestrale e il coraggio che caratterizza l’universo femminile.

NOTE DI REGIA

Il “non detto” di questo film affonda parte delle proprie radici nel sentimento malinconico e inquietante espresso dalla pittura Preraffaelita e dai suoi affascinanti soggetti femminili.

La Natura però, ammirata e temuta nello Sturm und Drang, si fa qui personaggio capace di interagire intimamente con la protagonista, Fidela, lasciandole segni da decifrare, reagendo empaticamente alle sue emozioni e, addirittura, facendosi amante attraverso una fusione Panica col tutto. Vera magia o mera suggestione? Coincidenze o sincronicità Junghiane? Acqua, aria, terra e fuoco sono stati per molti reparti i migliori compagni di questo viaggio alla ricerca di un’immersione sinestetica, di un racconto materico, viscerale e naturalmente magico, sostenuto dalla potenza visiva di una Sardegna tutta da scoprire, con le sue grotte, i suoi boschi, acque, pozzi sacri, e simbolici pertugi.

Il titolo “La terra delle donne” è proprio un omaggio al potere ancestrale legato al mondo del femminino; da qui però scaturiscono altre riflessioni di tipo socio-culturale sulla definizione del ruolo della donna, tutt’oggi martoriato dalle aspettative degli altri, dalla misoginia e dalla violenza più o meno esplicita. Il tema più delicato e mai troppo esplorato rimane ancora quello della maternità e della sua ambivalenza: da un lato, quando accettata e desiderata, sia essa naturale oppure adottiva, diventa veicolo di un amore incondizionato e inedita felicità; dall’altro ci sono le maternità cercate e non trovate, quelle indesiderate, quelle pretese dagli altri, giudicate, criticate: quelle che a volte si trasformano in ossessione perché sembrano l’unico modo per trovare un posto nel mondo.

Ma la terra non è solo delle donne, certo: in realtà sono tanti gli uomini a muovere la storia e ad apportare cambiamenti, nel bene e nel male. Il tema identitario è ampio e prescinde dal sesso: si tratta anche di essere vittime o carnefici, oppure entrambe le cose.

Il conflitto più interessante è infatti quello interiore, nella ricerca della propria identità quando non si accetta la repressione e si lotta per emanciparsi o, semplicemente, quando di fronte alle urgenze si adottano scelte impulsive e rivelatrici della propria essenza. Le misteriose maschere dei Mamuthones avvolte nel fumo nell’intro del film hanno un po’ il compito di traghettarci verso questo interrogativo universale: chi c’è davvero lì dietro?

REGIA

MARISA VALLONE

Marisa Vallone è nata a Bari nel 1986, inizia il suo percorso come video artista e multimedia designer partecipando a Festival internazionali e collettivi artistici. Dopo la laurea in Arte Multimediale (con tesi in Sociologia dei New Media) presso l’Accademia di Belle Arti di Frosinone, si diploma in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma con il cortometraggio “La Carna Trist.”.

A partire dal 2013 esplora molteplici esperienze professionali lavorando come assistente regia e casting ma soprattutto come regista, autrice e filmaker nei settori cinema, commercial e web. Finalista del Premio Solinas 2017 con il soggetto “Paramagic” e per alcuni anni tutor di regia all’interno di un workshop presso l’ABA di Foggia, è attualmente impegnata nella promozione del suo primo lungometraggio “La Terra delle donne” (No Potho Reposare).

CAST

PAOLA SINI (Fidela)

Paola Sini è nata a Ozieri (Sassari) ed è un’artista dai tratti poliedrici: attrice, conduttrice, autrice, voice over talent e produttrice.

Si è laureata nel 2007 al Dams di Bologna e tra il 2007 e il 2009 ha frequentato l’Accademia Teatrale Alessandra Galante Garrone di Bologna.

Ha seguito numerosi seminari e laboratori di recitazione e doppiaggio, tra cui il lavoro sulla voce con Matteo Belli e il lavoro scenico con Alessandra Frabetti.

Tra i suoi lavori nel cinema possiamo ricordare:

2021: “La Terra delle donne” regia di Marisa Vallone e supervisione artistica di Michael Hoffman; 2019: “Racconti per il cuore e la mente” regia di Federico Palumbo; 2017: “Finchè giudice non ci separi” regia di Antonio Fornari e Andrea Maia; 2016: “Gelone” regia di Giovanni Virgadaula; 2016: “La Gatta” regia di Silvana Strocchi; 2016: “Non cercare la logica dove non l’hai messa tu” (short) regia di Ferdinando Maddaloni; 2016: “Non c’è due senza tre” (short) regia di Massimiliano Buzzanca; 2015: “The Guise” (short) regia di Paolo Dankan; 2015:” La nostra terra” (short) regia di Alvaro Llovara. 2015; 2014: “Maremmamara” regia di Lorenzo Renzi; 2014: “Rayana” regia di Vincent Navarra; 2014; 2013: “Elefanti “(short) regia di Vitangelo Gadaleta; 2013: “Santo e Miguel” regia di Stefano Grisoni; 2010: “Poetry scapes” in Alma Mater (short) regia di Isabella Bordoni.

Tra i suoi lavori teatrali:

2017: “Dream Big” regia di Valentina Accorsi. 2017: “Il Diavolo beve Spritz” regia di Vasco Rialzo; 2016 “Parole dal cielo” regia di M. Masetti Zannin; 2015 – 2016 “Real Doll” regia di Vasco Rialzo; 2015: “Una serata di sana follia” regia di Giuseppe Sorgi; 2014: “Boxeo Litterario” regia di Vasco Rialzo; 2014 “Anime d’acqua” regia di Henri- Emmanuel Lederman; 2013: “Coppia: istruzioni per l’uso” regia di P. Zaccaria e P. Sini; 2013: “Notti bianche” regia di Henri-Emmanuel Lederman; 2012-2013: ”Costipanzo Gnu show” regia di Duilio Pizzocchi; 2012: “Mano Artistica” regia di Giulio Pizzirani; 2012: “Aurora di lei” regia di Fabrizio Carollo; 2012: “Solo noi” regia di Fabrizio Carollo; 2012 “Non ho urla in me” regia di Fabrizio Carollo; 2012 “Anime” regia di Francesca Presti; 2012: “Magnifiche assenze pirandelliane” regia di A. Frabetti; 2011: “Notti Bianche” regia di Daniele Monachella; 2011: “Segni particolari: Gentile” regia di Matteo Belli; 2011: “Una fisarmonica di parole” regia di Franz Campi; 2011: “Il fascino indiscreto della borghesia” regia di A. Frabetti; 2011: “La passione” regia di Daniele Monachella; 2011: “Le tre sorelle” regia di Alessandra Frabetti; 2011: “Bellavita Carolina” regia di Riccardo Perna; 2011: “Stanislavskji VS Checov” regia di Alessandra Frabetti; 2010: “La stella dei folli” regia di Matteo Belli; 2006: “Teatro di bosco con bestie” regia di G. Scabia; 2004:”Frammenti di un discorso amoroso” regia di Claudia Pupillo.

VALENTINA LODOVINI (Marianna)

Valentina Lodovini, è un’attrice che sfugge alle etichette e fin dagli esordi cerca di coniugare cinema, teatro e televisione.

Nel 2001 si diploma presso la scuola di teatro Ottobre diretta da Valeria Ciangottini ed Enzo Aronica, con seminari interni alla scuola con Sergej Lissov (metodo Stanislawsky) e Hal Yamanouchi (mimo-danza-improvvisazione).

Nel 2005 si diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma e nel 2006 debutta al cinema con Paolo Sorrentino nel film “L’amico di famiglia” (in concorso al Festival di Cannes 2006). Sempre nello stesso anno partecipa al film di Francesca Comencini “A casa nostra” (in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2006).

Nel 2007 è la protagonista del film “La giusta distanza” per la regia di Carlo Mazzacurati (in concorso alla Festa del cinema di Roma 2007). Per la sua interpretazione nel ruolo di Mara ottiene l’anno seguente una candidatura ai David di Donatello 2008 e si aggiudica il Premio Biraghi 2008. Nello stesso anno è la protagonista in Germania del film “Pornorama” di Marc Routhemund (Orso d’argento con Sophie Scholl nel 2005 e candidato all’Oscar come miglior film straniero 2005).

Nel 2008 partecipa al film di Daniele Vicari “Il passato è una terra straniera” (in concorso alla Festa del Cinema di Roma 2008) e al film di Anna Negri “Riprendimi” (selezionato al Sundance 2008); mentre nel 2009 appare sul grande schermo con “Fortapàsc”, regia di Marco Risi e con “Generazione 1000 euro”, regia di Massimo Venier. Grazie a queste due interpretazioni, vince il Ciak d’oro come “rivelazione dell’anno”.

Il 2010 è l’anno che consacra al botteghino Valentina Lodovini. È la protagonista de “La donna della mia vita” di Luca Lucini e della commedia campione d’incassi in Italia “Benvenuti al Sud” di Luca Miniero. Per l’interpretazione di quest’ultimo film vince il David di Donatello 2011 come Migliore Attrice non protagonista.

Nel 2011 presenta al Festival di Venezia il film “Cose dell’altro mondo” di Francesco Patierno. L’anno successivo partecipa al sequel “Benvenuti al Nord” sempre per la regia di Luca Miniero e all’opera prima di Fabio Mollo, “Il sud è niente”.

Nel 2013 è al cinema come protagonista del film di Marco Ponti “Passione sinistra” e sul set de “I milionari” di Alessandro Piva, in teatro con il monologo “Quando Nina Simone ha smesso di cantare” di Darina Al Joundi per la regia di Giorgio Gaglione.

Nel 2014 la ritroviamo sul grande schermo in “Una donna per amico” di Giovanni Veronesi e “Buoni a nulla” di Gianni Di Gregorio e per tutto l’anno a teatro in “E’ stato la mafia”, spettacolo-inchiesta di e con Marco Travaglio, regia di Stefania de Santis.

Nel 2016 esce in sala con il film di Roberto Faenza, “La verità sta in cielo”, film che la porta a vincere il Premio Kineo al Festival di Venezia 2017, mentre nel 2018 esce “Si muore tutti democristiani”, del Terzo segreto di satira, presentato alla Festa del Cinema di Roma. In questi stessi anni partecipa a due produzioni televisive importanti, un episodio de “Il commissario Montalbano – Un covo di vipere” e la serie di Marco Risi dedicata a L’Aquila e al terremoto.

Continua il suo impegno a teatro nel 2018 con lo spettacolo scritto da Franca Rame e Dario Fo “Tutta casa, letto e chiesa”, (sold out per tutto il 2018 ed il 2019), e presta la voce ad uno dei personaggi del nuovo film Disney/Pixar, “Coco”.

Nel 2019 torna al cinema da protagonista con “10 giorni senza mamma”, segnando il record di incassi cinematografici per tutto l’anno.

Nel 2020 esce con tre commedie, “E’ per il tuo bene” di Ravello, “Cambio tutto” di Guido Chiesa, film che la vede protagonista assoluta, e “10 giorni con Babbo Natale” di Alessandro Genovesi che le regala un Nastro D’argento come Miglior Attrice. La popolarità di queste commedie di successo non la distrae dall’impegno artistico delle opere prime e nel 2021 partecipa, infatti, all’esordio “L’afide e la formica” di Mario Vitale e nel 2022 “La terra delle Donne” di Marisa Vallone e “Conversazione con altre donne” di Filippo Conz. Il 2022 è anche l’anno di “Love&Gelato”, teen movie per la regia di Brandon Camp, che è stato stabilmente in prima posizione su Netflix per 2 mesi, in tutto il mondo.

Nel 2022 è nel cast principale delle commedie “Vicini di casa” di Paolo Costella e “I Migliori giorni” di Edoardo Leo e Massimiliano Bruno.

SYAMA RAYNER (Bastiana)     

Syama Rayner, attrice di grande talento dallo sguardo magnetico. Nasce in India in un villaggio ai piedi dell’Himalaya, da madre inglese e padre trentino, e cresce con l’influenza della cultura sarda dovuta al suo trasferimento sull’isola all’età di 6 anni. Parte per maturare la sua formazione attoriale in Galles (University of Wales Trinity Saint David – BA hons Acting) e poi in America in seguito al raggiungimento di una borsa di studio alla Barron Brown Acting Studio di Los Angeles, che ha visto passare attori come Halle Berry, Tom Hanks, Tom Cruise, Dustin Hoffman, Sean Penn e Jamie Kennedy. Nel 2019 viene coinvolta nel progetto di Martin Richardson – pioniere nella ricerca sulle immagini lenticolari che ha lavorato con grandi artisti quali Martin Scorsese, Alan Parker e David Bowie – per realizzare il primo ologramma parlante tramite un sensore che rileva spostamenti. Dinamica e concreta, nel 2020 ha vinto 2 premi come Best Supporting Actress a Los Angeles [Guild Awards Film Festival] e Londra [Lonely Wolf Film Festival] per il film “The Final Code” di Carlo Fusco, con Sally Kirkland. A Dicembre 2021 è uscito il suo film da protagonista femminile “Il Muto di Gallura”, diretto da Matteo Fresi, insieme ad Andrea Arcangeli. Qui possiamo vedere una Syama che parla in dialetto gallurese. Dall’autunno del 2021 entra nel cast fisso dei video di Maccio Capatonda. Nel 2022 è protagonista assoluta del film “The Invitation” del regista canadese pluripremiato Pascal Payant. Nello stesso anno ha partecipato alla serie “Devils” con Alessandro Borghi nel ruolo di Julie Harper.

ALESSANDRO HABER (Don Marcello)

Alessandro Haber nasce a Bologna il 19 gennaio 1947, da padre romeno di origine ebraica e da madre italiana di religione cattolica non praticante. A nove anni, dopo un’infanzia trascorsa in Israele, ritorna in Italia con la famiglia, sempre nel capoluogo emiliano.

Nel 1967 esordisce al cinema ottenendo la parte di Rospo nel film “La Cina è vicina” di Marco Bellocchio. Il primo ruolo da co-protagonista gli sarà offerto solo 19 anni dopo da Pupi Avati in “Regalo di Natale”. Haber si è cimentato in ruoli drammatici e comici; in questo ambito si ricordano la presenza in “Fantozzi subisce ancora” di Neri Parenti (1983) nei panni del professor Zambrini, detto “Jack Lo Squartatore”, un chirurgo particolarmente egocentrico e sadico che opera per sbaglio il protagonista Ugo Fantozzi (Paolo Villaggio), e quella in “Amici miei – Atto IIº” di Mario Monicelli (1982) nel ruolo del vedovo Paolo, che all’inizio del film è vittima di un atroce scherzo da parte del personaggio del professor Sassaroli (Adolfo Celi), il quale lo fa andare su tutte le furie raccontandogli di essere stato per anni l’amante della sua defunta moglie Adelina.

In teatro recita in “Orgia” di Pier Paolo Pasolini, “Woyzeck” di Georg Büchner, “Arlecchino”, “Ugo” di Carla Vistarini, “Scacco pazzo” (da cui ha poi tratto l’omonimo film del 2003 che lo ha visto debuttare come regista) e “L’avaro” di Molière. Sempre come attore teatrale, nel 2006 si aggiudica il Premio Gassman come miglior attore per l’interpretazione di Zio Vanja nell’omonimo testo di Anton Čechov.

Negli anni novanta recita in “Parenti serpenti” del 1992 di Mario Monicelli, in “Palla di neve” del 1995 di Maurizio Nichetti nel ruolo dell’antagonista Marcov e in quattro film di Leonardo Pieraccioni: “I laureati” del 1995, “Il ciclone” del 1996, un cameo in “Fuochi d’artificio” del 1997 e infine “Il paradiso” all’improvviso del 2003. Nel 1990 partecipa come corista in “Finalmente Ciao Ciao”, facendo un piccolo cameo. In seguito Haber ha anche scritto e cantato canzoni; il suo primo CD si intitola Haberrante e ad esso ne seguono altri due: “Qualcosa da dichiarare” e “Il sogno di un uomo”. Francesco De Gregori ha scritto inoltre per lui “La valigia dell’attore”. Nel 2010 ha partecipato al film documentario “Pupi Avati, ieri oggi domani”, dedicato al regista Pupi Avati. Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Bellaria.

Negli ultimi anni ha portato in scena, nei principali teatri italiani, lo spettacolo “Haberowski” con il quale interpreta gli scritti e le poesie dello scrittore americano cult Charles Bukowski. Nel 2017 ha interpretato le poesie di Gabriele Tinti dando voce ai capolavori dei Musei Capitolini e del Museo Archeologico di Napoli.

Nel 2018 interpreta il Cardinale Mazzarino nel film “Moschettieri del re – La penultima missione” di Giovanni Veronesi.

Nel 2018 ritorna a lavorare con Pupi Avati dopo 15 anni nel suo nuovo film “Il signor Diavolo”, tratto dall’omonimo romanzo scritto dallo stesso Avati.

Nel 2020 recita nel film “Lei mi parla ancora” di Pupi Avati e in “L’ombra di Caravaggio” di Michele Placido.

Nel 2021 ha partecipato al film “La notte più lunga” di Simone Aleandri, “La Befana vien di notte 2 – Le origini” e “Dante” di Pupi Avati.

HAL YAMANOUCHI (Mamoto)

Hal Yamanouchi, pseudonimo di Haruhiko Yamanouchi (Tokyo, 20 aprile 1946) è un attore, ballerino, mimo, doppiatore, coreografo e stuntman giapponese naturalizzato italiano.

Laureato in lingua e letteratura angloamericana presso l’Università di Tokyo nella sezione Studi Esteri, durante gli anni universitari inizia a studiare mimo (con Hironobu Oikawa e V. Mehring, entrambi allievi di E. Decroux), danza e teatro sperimentale. Nel 1971 si trasferisce a Londra dove lavora come linguista e continua la sua formazione teatrale incontrando mimi come Jack TragerRonald Wilson e Lindsay Kemp, danzatori come Surya Kumari, musicisti come James Stevens e Joji Hirota e scrittori come Stanley Eveling. A Londra si unisce al The Red Buddha Theatre diretto da Stomu Yamashita, e lavora come mimo-danzatore al Round House, al Piccadilly Theatre e partecipa a diverse tournée europee.

Dal 1975 si stabilisce in Italia e nel 1992 ottiene la cittadinanza italiana. Negli anni settanta partecipa, con gli spettacoli di mimo-danza, unendo le tecniche orientali e occidentali, al Festival Internazionale di mimo e pantomima a Firenze, a Settembre al Borgo a Caserta, al Festival di mimo e teatrodanza a Viterbo. È inoltre ospite fisso in alcuni programmi televisivi di Rai come Circostudio, Concertazione, Stryx e C’era due volte. Ha fondato, insieme ad Aurelio Gatti, l’associazione Mimo-danza Alternativa, attualmente MDA Produzioni Danza.

È stato premiato come giovane interprete da Gli amici della musica di Novara, ha ottenuto il premio Guido Monaco come danzatore nel gruppo ‘I danzatori scalzi’ diretto da Patrizia Ceroni, il premio Colpo di Scena come attore nel ruolo di Ariel ne La tempesta diretto da Tato Russo, come performer alla 1° rassegna internazionale performer & performance a Castelgiuliano e come doppiatore al Festival del Cinema di Acquappesa sul Doppiaggio per il suo doppiaggio di Ken Watanabe, nel ruolo di Kazumoto in L’ultimo samurai. Altro celebre lavoro in sede di doppiaggio è nel film Inception di Nolan, dove torna a doppiare Watanabe nel ruolo del signor Saito.

Come coreografo ha curato i movimenti di opere liriche e di spettacoli di prosa per Mauro Bolognini (Turandot di Puccini), Andrea Camilleri (Majakovskij, il Trucco e l’Anima), Giancarlo Cobelli (Turandot di Puccini, L’illusion Comique di Corneille), Glauco Mauri (Macbeth di Giuseppe VerdiLa tempesta e Re Lear di William Shakespeare), Mario Missiroli (Il

Viaggio di Uliva, La bottega del caffè di Goldoni), Giuliano Montaldo , (Turandot di Puccini, Attila di Verdi), Luca Ronconi (Re Lear), Maurizio Scaparro (Enrico IV di Pirandello), Antonio Calenda (Giulio Cesare di Shakespeare) e Renzo Giaccheri (Madama Butterfly e Turandot di Puccini, per i maggiori teatri di prosa e di opera lirica.

Ha lavorato come attore in film e telefilm italiani come “NirvanaJoan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì”, “La partita e americani come Robot Jox” e “The Way Back”. Nel 2010 è il protagonista del film “Tarda Estate”. Nel 2013 appare in “Wolverine – L’immortale” nel ruolo del villain Ichirō Yashida, alias Silver Samurai, doppiando se stesso nell’edizione italiana del film. Ha tradotto numerosi film giapponesi di Kenji MizoguchiYasujirō OzuShōhei ImamuraSeijun SuzukiNagisa Ōshima in italiano, molti dei quali sono stati trasmessi in Fuori orario su RaiTre, e alcuni film e telefilm italiani in giapponese. Ha scritto numerosi articoli sulla rivista giapponese COMEVA e alcune voci su Enciclopedia sui fatti italiani (Maruzen).

JAN BIJVOET (Thomas)

Jan Bijvoet è un attore e musicista belga. Si è laureato presso L’Antwerp Studio Herman Teirlinck ed è un attore che lavora prevalentemente in ambito teatrale. Jan Bijvoet è anche noto per i suoi ruoli in serie televisive belghe e film come “Van Vlees en Bloed” (2009), “The Broken Circle Breakdown” (2012) e “The Ardennes” (2015). Ė noto a livello internazionale per i suoi ruoli in “Borgman” (2013) diretto e sceneggiato da Alex Van Warmerdam presentato al Festival di Cannes nel 2013 e vincitore a Sitges – Festival internazionale del Cinema fantastico della Catalogna come Miglior Film, nelle serie televisiva britannica di grande successo “Peaky Blinders” (2013), nel noto film “El abrazo de la serpiente” (2015) diretto da Ciro Guerra che ha vinto numerosi premi ed  è stato candidato agli Oscar come Miglior Film in lingua straniera oltre ad aver ottenuto il Platino Award come Best Film Editing, nella serie televisiva belga “Into the Night” (2020) e nel celebre “Alabama Monroe – Una storia d’amore” (2012) diretto da  Felix Van Groeningen candidato agli Oscar come Miglior Film Straniero.

FREDDIE FOX (James)

Nel 2022 Freddie ha interpretato il ruolo del re di Svezia nella serie di successo di Hulu “The Great” e ha recitato nella serie di Apple Tv “Slow Horses” con Gary Oldman. Nel 2021 Freddie è apparso in una nuova mini-serie della BCC “The Pursuit of Love” con Lily James e Andrew Scott. Lavori recenti includono il ruolo principale di ‘Jeremy Bamber’ in “White House Farm” andato in onda su ITV e Netflix nel 2020. Sempre nel 2020, Freddie ha recitato in “Invisible” di ITV, la commedia di Channel 4 di Matt Berry “The Year of the Rabbit” e la quarta serie di “The Crown” per Netflix.

Altri suoi lavori recenti includono il ruolo da protagonista nel film di Thomas Clay “Fanny Lye Deliver’d” al fianco di Maxine Peake e Charles Dance, presentato in anteprima al Festival di Londra nel 2019. Tra i crediti cinematografici di Freddie ci sono “Victor Frankenstein” di Paul McGuigan’s, “The Three Musketeers” di Paul W.S. Anderson e  “Black 47” con Hugo Weaving e Jim Broadbent, presentato in anteprima al Festival di Berlino nel 2018. Altri crediti degni di nota sono “The Riot Club” di Lone Scherfig’s, “Pride” di Matthew Warchus e “King Arthur: Legend of the Sword” di Guy Ritchie.

Nel 2022 Freddie ha avuto il ruolo di protagonista nella produzione di “Hamlet” della Guilford Shakespeare Company. Nel 2019 ha recitato sul palco in “Edmond de Bergerac” nei panni di Edmond Rostand l’autore del “Cyrano de Bergerac”, inoltre Freddie è apparso accanto a suo padre Edward Fox in “Un Marito ideale” al Vaudeville Theatre diretto da Jonathan Church.

Freddie è stato nominato come Miglior attore non protagonista agli Oliver Awards 2017 per la sua interpretazione in “Travesties” di Tom Stoppard diretto da Patrick Marber nel West End.

Nel 2016 è stato nominato, per il Premio Ian Charleston per la sua interpretazione di Romeo in “Romeo e Giulietta” al fianco di Morfydd Clark allo Sheffield Crucible, un ruolo che ha poi ripreso nella produzione del West End di Kenneth Branagh con Lily James. Freddie si è laureato alla Guidhall School of Musica an Drama nel 2010. Oltre alla recitazione, ha terminato recentemente la regia e la produzione del suo primo cortometraggio con Charles Dance e James Norton.

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