“L’anno nuovo che non arriva”: dal 4 dicembre al cinema la tragicommedia di Bogdan Mureșanu premiata a Venezia

Mureșanu porta al cinema una visione nuova della Romania pre-rivoluzione, tra ironia e tensione. Dal 4 dicembre “L’anno nuovo che non arriva” arriva nelle sale.

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Film “L’anno nuovo che non arriva” al cinema dal 4 dicembre
Film “L’anno nuovo che non arriva” al cinema dal 4 dicembre

Arriva nelle sale italiane il 4 dicembre “L’anno nuovo che non arriva”, il nuovo film del regista rumeno Bogdan Mureșanu, distribuito da Trent Film in collaborazione con DNA. Coprodotto da Romania e Serbia, il titolo ha conquistato la critica internazionale grazie al suo sguardo originale su un momento cruciale della storia europea.

Il film ha ottenuto il Miglior Film nella sezione Orizzonti dell’81ª Mostra del Cinema di Venezia e tre prestigiosi riconoscimenti all’ottavo Euro Balkan Film Festival, tra cui il Miglior Film per la Giuria Giovani e il Miglior Attore Protagonista assegnato ad Adrian Vancică. Un successo che conferma la forza narrativa di un’opera capace di mescolare rigore storico, ironia e un profondo senso di umanità.

Una tragicommedia sulla vigilia di un mondo che crolla
Ambientato nella Romania del dicembre 1989, “L’anno nuovo che non arriva” racconta la vigilia del crollo del regime di Nicolae Ceaușescu, un momento sospeso tra paura, tensione e possibilità. Mureșanu porta sullo schermo le storie di sei personaggi, ognuno dei quali cerca di rimanere a galla mentre il sistema sociale si sgretola intorno a loro. I loro destini si incrociano in un mosaico narrativo che alterna umorismo nero e dramma, costruendo un crescendo emotivo che esplode in un finale altamente simbolico.È un film che non parla direttamente della rivoluzione, ma della sua attesa: di quel limbo in cui nessuno sa ancora che tutto sta per cambiare. Attraverso situazioni paradossali, comicità cinica e momenti di pura tensione, il regista osserva come le persone comuni reagiscono quando il mondo che conoscono vacilla improvvisamente.

La visione del regista
«Il regime di Ceaușescu è stato raccontato da molti registi rumeni, io volevo dare la mia interpretazione con un tono completamente diverso, al limite della tragicommedia», ha dichiarato Mureșanu, spiegando la scelta di un approccio caleidoscopico e corale. «C’è un lieto fine, ma tutti i personaggi attraversano prove personali, alcune assurde, altre puramente comiche, nell’arco di un giorno e la mattina seguente. Ho sentito che il mio approccio potesse offrire una nuova prospettiva sulla rivoluzione: una storia a più trame, con personaggi le cui vite si intrecciano mentre affrontano la sensazione di un mondo che svanisce.»

Un’opera che unisce storia, ironia e umanità
Con ritmo serrato, raffinate scelte registiche e una scrittura capace di alternare leggerezza e inquietudine, “L’anno nuovo che non arriva” si impone come una delle uscite cinematografiche più interessanti della stagione. Un racconto sulla fragilità umana, sulle crepe del potere e sul modo in cui le persone affrontano i cambiamenti epocali senza sapere che stanno vivendo la storia.

SINOSSI: È il 20 dicembre 1989 e il regime di Ceaușescu è agli sgoccioli. L’esercito reprime violentemente una rivolta a Timișoara, ma le notizie che arrivano a Bucarest sono scarse e filtrate. Sei persone si trovano nell’occhio del ciclone senza rendersene conto. Un regista televisivo deve trovare un modo per salvare il suo show di Capodanno dopo che l’attrice principale è fuggita. La soluzione sta in un’attrice teatrale in crisi che non riesce a contattare il suo ex fidanzato a Timișoara. Nel frattempo, il figlio del regista, uno studente, pianifica di fuggire in Jugoslavia nuotando attraverso il Danubio. A sorvegliarlo c’è un ufficiale della polizia segreta Securitate, che cerca di trasferire la madre dalla casa destinata alla demolizione a un nuovo appartamento che lei detesta. Il trasloco è eseguito da un operaio, che va nel panico dopo che il figlio scrive una lettera a Babbo Natale in cui rivela che il padre vuole la morte di Ceaușescu. Tutte queste vite, sotto la costante e invisibile sorveglianza della Securitate, si intrecciano in una tragicommedia che culmina con lo scoppio di un petardo nelle mani di una coppia improbabile, dando il via alla rivoluzione.

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