Con una serata ricca di emozione e applausi, si è conclusa la ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Dieci giornate di proiezioni, incontri e red carpet hanno celebrato il meglio del cinema internazionale, confermando ancora una volta la rassegna come uno degli appuntamenti più vivaci del panorama europeo.
A guidare la cerimonia di chiusura, condotta da Ema Stokholma – già annunciata anche per la prossima edizione – la giuria presieduta da Paola Cortellesi, che ha assegnato il Premio per il Miglior Film a “La mia famiglia a Taipei” (Left Handed Girl) di Shih-Ching Tsou. La regista, collegata in video, ha definito la pellicola “una storia intima, portata con me per vent’anni”, mentre la giovane protagonista Nina Ye ha invitato il pubblico “a vivere il cinema come un’esperienza di famiglia”.
Il Premio Speciale della Giuria è andato al cast di “40 secondi” di Vincenzo Alfieri, un intenso racconto ispirato alla vicenda di Willy Monteiro Duarte, che ha commosso il pubblico romano.
Grande riconoscimento anche per Jasmine Trinca, vincitrice del Premio Monica Vitti per la sua interpretazione in “Gli occhi degli altri” di Andrea De Sica, liberamente ispirato al delitto Casati Stampa. Sul palco, l’attrice ha dedicato il premio “alle donne libere che attraversano le nostre vite”, sottolineando il potere del cinema di generare empatia e consapevolezza.
Il Premio Vittorio Gassman per la miglior interpretazione maschile è stato assegnato all’attore britannico Anson Boon per “Good Boy” di Jan Komasa, definito dallo stesso regista “un film indipendente nato con pochissimi mezzi ma con infinita passione”.
La miglior regia è andata al cineasta cinese Wang Tong per “Wild Nights, Tamed Beasts”, mentre il riconoscimento per la miglior sceneggiatura è stato attribuito a “The Things You Kill” di Aresa Katami. Il Gran Premio della Giuria è stato assegnato a “Nino” di Pauline Loquès, una delicata storia di formazione che ha conquistato la critica.
Il Premio del Pubblico è stato vinto dal documentario “Roberto Rossellini – Più di una vita” di Ilaria De Laurentiis, Raffaele Brunetti e Andrea Paolo Massara, già accolto calorosamente alla sua anteprima mondiale.
Infine, la Miglior Opera Prima è “Tienimi presente” di Alberto Palmiero, definita dallo stesso autore “un tributo a chi è ancora in cerca del proprio posto nel mondo”. Tra le menzioni speciali, spiccano i giovani interpreti scozzesi di “California Schemin’” di James McAvoy e il documentario “Cuba & Alaska” di Yegor Troyanovsky, dedicato alle mediche ucraine impegnate al fronte.
Un’edizione segnata dal coraggio e dall’emozione, che conferma Roma come capitale del cinema d’autore e della libertà creativa.
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